sabato 26 novembre 2011

Il Pil tedesco



L’Italia non è fondamentalmente insolvente. Lo Stato italiano è uno dei pochi al mondo ad avere un avanzo primario, ovvero incassa più di quello che spende, al netto degli interessi che paga sul debito pubblico. È in questi pasticci perché non ha un prestatore di ultima istanza, cioè una banca centrale sovrana o una moneta sovrana. La struttura dell’euro ha trasformato uno Stato solvente in uno insolvente. La posizione debitoria italiana è solida, perché non esiste solo il rapporto debito pubblico/Pil stabilito dal Trattato di Maastricht. Se tra i criteri di sostenibilità di un’economia si considera anche il debito privato, l’Italia risulta uno dei Paesi più stabili d’Europa.
L’indebitamento delle famiglie italiane e delle società non finanziarie italiane è il più basso d’Europa (42% del Pil, contro il 103 britannico, l’84 spagnolo, il 63 tedesco e il 51 francese) e ciò rende il debito aggregato italiano (pubblico più privato) inferiore a quello di Gran Bretagna, Spagna e Francia, e analogo a quello della Germania.

Da 16 anni la Germania non include nel suo debito pubblico le passività del Kreditanstalt für Wiederaufbau, meglio noto come KfW,(l’equivalente della nostra Cassa Depositi e Prestiti) posseduto all’80% dallo Stato e al 20% dai Länder,. Si tratta di 428 miliardi di euro interamente garantiti dalla Repubblica federale.

Sicuramente dalla Germania bisogna prendere esempio. E’ un paese sano, produttivo,serio: allora perché non utilizzare lo stesso criterio contabile tedesco che con questo meccanismo ha fatto scendere il proprio debito pubblico dal 97% reale all’80% ufficialmente dichiarato cioè da 2.076 a 2.504 miliardi di euro (terzo debito pubblico del mondo dopo Stati Uniti e Giappone). Proviamo a immaginare una cura rigenerante di questo tipo per il nostro sconquassato paese.
Scendere dal 120% al 100%-105% che sommato al basso indebitamento privato ci porrebbe come esempio per tutti i paesi dell’Eurozona.
Meditate tedeschi, meditate.

giovedì 24 novembre 2011

Berlusconi alias "l'amico del giaguaro"



"Berlusconi: sono vero amico di Mubarak, Gheddafi e Ben Ali'".
era il 23 dicembre 2010
Sappiamo la fine che han fatto questi leader molto amici di Berlusconi.
Conosciamo il rapporto di amicizia che lega l’ex presidente del consiglio a Putin

Negli ultimi giorni stiamo assistendo a contestazioni rivolte al Premier Russo (fischiato allo stadio); Guarda video
Al suo ingresso in parlamento pochi si alzano in piedi come prassi vuole.
Chissà quali consigli ha ricevuto dal nostro ex primo ministro. Fossi in Putin comincerei a toccarmi..
Mica porterà male il signor B.?

I padroni del Mondo




Goldman Sachs & Company


Prendendo spunto da un articolo di Gabriele Battaglia sul sito Peace Reporter voglio fare alcune riflessioni sull’attuale crisi finanziaria che sta mettendo in ginocchio il nostro paese.

Da circa 15 anni i mercati finanziari vedono al vertice pochi operatori in grado di manovrare oltre il 70% dei flussi finanziari tali da condizionare e indirizzare i mercati.
Questi operatori sono i cosiddetti investitori istituzionali, cioè una decina di società tra banche e Sim (Società di intermediazione mobiliare) Bank of America, Citybank, Goldman Sachs, Hsbc, Deutsche Bank, Ubs, Credit Suisse, Citycorp-Merrill Lynch, Bnp-Parisbas.

Questi operatori ottengono in prestito titoli da fondi di investimento o fondi pensione, li vendono a dodici contribuendo così al ribasso del prezzo del titolo stesso, poi li ricomprano a dieci:guadagnando dalle plusvalenze, cioè dalla variazione di valore. E’ il meccanismo delle “vendite allo scoperto”. Quindi non si guadagna più sui dividendi o sugli interessi dei titoli di Stato ma sulla pura speculazione.

martedì 22 novembre 2011

l'Arte di fregare il popolo



Il denaro è il sangue che dà vita a tutte le nostre istituzioni.
A domande quali: chi crea il denaro?
In base a cosa lo crea?
Cos’è il debito pubblico?
Chi è il creditore di questo debito?
Hanno risposte trascurate dalla maggior parte della popolazione.
Il denaro sotto forma di moneta metallica nacque per semplificare lo scambio di beni sostituendosi lentamente alla pratica del baratto ossia allo scambio diretto di merci.
Queste monete metalliche coniate dal re  o dall’imperatore di turno, erano per la maggior parte prodotte in oro o argento, quindi avendo un valore fisico, ben si prestavano allo scopo di favorire gli scambi e semplificare i commerci. Ecco la nascita delle prime banche private custodi dell’oro e degli altri oggetti preziosi del cliente. Esse rilasciavano in cambio del deposito una ricevuta, la nota di banco, che certificava l’esistenza del deposito stesso. Per alcuni anni questo rimase il meccanismo di creazione del denaro; ad ogni banconota corrispondeva un valore equivalente in oro depositato in qualche banca.
La Banca d’Italia  è parte del sistema europeo di banche centrali e possiede una quota del 14%  della Banca Centrale Europea. Agendo per conto della stessa la possiamo identificare come una vera e propria filiale della Bce.Nel sito ufficiale essa si descrive come istituto di diritto pubblico ma, attenzione, pubblico non significa statale, pubblico significa che le partecipazioni delle quote della banca sono aperte al pubblico. Chi ha in mano queste quote?
La risposta è tra i dati forniti dalla banca stessa. Leggiamo che tolte le quote appartenenti all’Inps e all’Inail, il restante 94,6% è in mano ad altre S.p.a. private; prime fra tutte Intesa Sanpaolo spa, Unicredit spa, Assicurazioni Generali spa.
Leggendo gli articoli riportati sullo statuto troviamo che gli stessi proprietari eleggono un consiglio superiore il quale addirittura indica al Consiglio dei Ministri chi sia gradito come Governatore della banca.

venerdì 18 novembre 2011

La nuova sceneggiata di "Sarchiapoti"




Il Paradosso dello Scilipoti imburrato

Il paradosso è basato sulla combinazione di due "leggi":

Uno Scilipoti cade sempre sulle gambe, ossia cade sempre in piedi e mai sulla schiena.

Secondo la Legge di Murphy

Una fetta di pane imburrata cade sempre dalla parte del burro.
Assunte queste due leggi come valide, basterebbe prendere uno Scilipoti e legare una fetta di pane imburrato sul suo dorso. Lanciando lo Scilipoti da un'altezza ipoteticamente infinita, egli tenderebbe ad atterrare sulle gambine, mentre la fetta di pane imburrato tenderebbe a cadere dalla parte del burro; si creerebbe quindi un moto perpetuo in cui sia Scili sia la fetta di pane continuerebbero a ruotare all'infinito.

Se invece Scili venisse fatto cadere da un'altezza finita, per la stessa ragione sarebbe impossibile che toccasse terra sulle gambette o sulla schiena, e quindi rimarrebbe a mezz'aria, opponendosi alla forza di gravità.
Una buona idea per tenere il nostro Scilipotino impegnato per l'eternità a combattere la sua lotta contro la forza di gravità.


mercoledì 2 novembre 2011

Bossi alla sagra della zucca vuota: “Giornalisti vi spacco la faccia”


Il "Senatur" interviene alla sagra della zucca di Pecorara in provincia di Piacenza. Fra i partecipanti all'evento c'era anche il titolare del Tesoro, Giulio Tramonti.
Umberto Bossi più che da ministro parla da leader di un partito che cerca di recuperare un elettorato sempre più in fuga e lo fa rispolverando i vecchi e stantii discorsi della Lega di una volta:


«Padania libera è il grido che fa tremare quei “coglionazzi” del centralismo romano. Certo, loro sono forti. Hanno i giornali e i giornalisti. Ma nessuno può fermare i popoli».

Infatti con i giornalisti si lascia andare a uno dei suoi sfoghi:

«Prima o poi vi spacco la faccia o vi denuncio» dice, rivolgendosi in particolare a quei cronisti che hanno osato fargli notare che Manuela Marrone, sua consorte, percepisce da molti anni ormai una “baby-pensione” e che proprio nel Nord Italia si concentra il 65% di “baby-pensionati” italiani, con la punta massima nella Lombardia.

«Verrà un giorno in cui la gente vi piglia per il collo» – ha esclamato con toni da profeta – «attenti, c’è un limite alla critica, fino adesso l’abbiamo accettato, ma prima o poi viene il momento della rabbia».


Dedico a te

Per quel giorno, se mai verrà quel giorno,
in cui ti vedrò schiacciato da ogni tuo difetto,
e chiuderà il tuo nome il suo conto estremo
spinto a tal giudizio da sagge riflessioni:
per quel giorno ti rivedrai da estraneo
senza volgere la mente al sole del passato
e l’onore mutato da qual era un tempo,
troverà ragioni di una certa gravità:
per quel giorno, dovrai cercare asilo
dentro la coscienza dei tuoi soli demeriti,
e alzerò davanti a me questa mia mano
per colpirti quando addurrai a tue ragioni.
Per me miserabile ora tu hai la forza delle leggi
mentre io da cittadino non posso vantar diritti