venerdì 30 dicembre 2011



Riserva frazionale vs. riserva totale

Nel sistema bancario moderno si crea denaro attraverso l'emissione della Banca Centrale oltre che di una ulteriore creazione di denaro da parte delle banche ordinarie.
Questo tipo di creazione di denaro da parte delle banche ordinarie si basa sull'esistenza di un coefficiente di riserva obbligatoria il quale permette alle banche ordinarie di creare denaro dal nulla. Vediamo in sintesi come funziona questo meccanismo.


La creazione di denaro da parte della Banca Centrale è esplicitamente discrezionale, potenzialmente illimitata. La creazione di denaro delle banche ordinarie è soggetta ad un limite basato su quello che viene chiamato coefficiente di riserva obbligatoria. Attualmente, tale coefficiente di riserva è basato su alcune passività della banca, in particolare depositi e titoli: un coefficiente di riserva del 2% per depositi e titoli con scadenza o rimborsabili fino a due anni; un coefficiente di riserva del 0% per depositi e titoli con scadenza o rimborsabili oltre i due anni. Inoltre, anche nel sistema SEBC vale ciò che in Italia esisteva già dal 1990, ossia la mobilizzazione della riserva: l’obbligo di riserva richiede che la banca mantenga una riserva media giornaliera, calcolata nell’arco di un mese, almeno pari all’ammontare di riserva dovuto. È dunque possibile, con la mobilizzazione della riserva, movimentare l’intera riserva purché a fine giornata il conto riserva/regolamento (il conto su cui la banca mantiene le proprie riserve presso la Banca Centrale) non presenti saldi negativi.

Ad esempio, ipotizzando una banca con 1000 euro di depositi con scadenza 12 mesi, essa ha l’obbligo di tenerne 20 come riserva (2% mobilitabile, vedi sopra) e può prestarne un massimo di 980. Tali 980 euro possono poi diventare depositi della stessa o di un’altra banca, ed ipotizzando che rimangano anch’essi depositi con scadenza 12 mesi, 19,6 euro dovranno rimanere in riserva (2%) ed un massimo di 960,4 euro potranno essere prestati, e così via. Tale meccanismo crea denaro dal nulla in quanto i depositi continuano ad esistere come denaro, anche se in alcuni casi vincolati nell’utilizzo immediato. Da quei 1000 euro di depositi iniziali, il sistema bancario nel suo complesso può prestare quindi, attraverso il passaggio depositi-prestiti-depositi sopra accennato, un massimo di 50.000 euro (una semplice serie geometrica: 1.000x(1+0,98+0,98*2+0,98*3+...)).


Se tale calcolo di creazione del denaro dal nulla da parte del sistema bancario è vero in un sistema monetario statico, non lo è però in un sistema monetario dinamico. Infatti quei soldi nella realtà si muovono velocemente nel sistema, e quindi lo stesso medesimo denaro può in poco tempo, divenendo deposito di diversi depositanti o di diverse banche, permettere la creazione di denaro non solo una volta, ma molte volte. Potenzialmente, infinite volte. Ciò significa che la creazione di denaro reale non è solo di 50 volte, ma è ben superiore. E tanto maggiore è la velocità di circolazione della moneta, tanto maggiore sarà la moneta creata.

La creazione di moneta nel sistema monetario odierno basato su riserva frazionale, quindi, non ha sostanzialmente alcun limite, a differenza di quanto ufficialmente dichiarato. E la riserva frazionale quindi, oggigiorno peraltro quasi inesistente, è in realtà uno strumento fittizio di limitazione della creazione di moneta dal nulla (strumento di politica monetaria restrittiva). Ed altrettanto fittizia è la base monetaria (denaro emesso dalla Banca Centrale) come strumento di politica monetaria restrittiva (1): tolto infatti il denaro iniziale emesso dalla Banca Centrale (una qualsiasi quantità positiva, anche un infinitesimo), per il meccanismo sopra descritto se ne può creare all’infinito attraverso le banche ordinarie.


Tale concetto non è sovente compreso in quanto si tende a ragionare in modo statico, e non dinamico; ed a considerare la creazione di moneta scritturale come la risultante del solo coefficiente di riserva obbligatoria, senza considerare la velocità di circolazione della moneta.

Ciò è quanto accade nel presente sistema bancario, ed è il meccanismo che sta alla base del Signoraggio sulla moneta scritturale discusso nell’articolo Tipologie di Signoraggio. Infatti il denaro rientrante alla banca dal prestito effettuato, risulta per la banca ordinaria un guadagno puro (addizionato oltretutto dell’interesse), proprio perché tale denaro venne creato dal nulla e non costò la privazione di alcun denaro alla banca.


Ufficialmente, si sostiene che tale denaro prestato (il capitale) venga automaticamente "distrutto" (virtualmente, oggigiorno, essendo la moneta per lo più scritturale) al momento del pagamento del prestito da parte del cliente, e che la banca si tenga solo gli interessi su tale capitale. Questo è quanto risulta anche dalla contabilità e dal bilancio bancario, dove solo gli interessi pagati dal cliente risultano in conto economico come ricavo mentre il capitale pagato dal cliente risulta un elemento patrimoniale attivo scalato dai crediti v/clienti nello stato patrimoniale di fine anno, mimetizzando in tal modo il fatto che anche tale capitale sia in realtà un guadagno per la banca.


Quando vi è uno spostamento del denaro da una banca ad un’altra, tale "distruzione" del capitale avviene attraverso una clearing house (stanza di compensazione), che regola i conti pendenti tra le banche. L’azzeramento del saldo dei c/reciproci tra le diverse banche fa apparentemente sparire il capitale inizialmente creato dal nulla, il quale nella realtà viene intascato dalla banca nel momento in cui il cliente restituisce il capitale prestato (più gli interessi).


In presenza di una vera Moneta, un tale meccanismo non può per definizione esistere. La creazione di moneta è in tal caso nelle mani di un organo pubblico, come già spiegato, che emette moneta ex post e per coprire solo dei costi di produzione. Private del potere di creare denaro, le banche ordinarie possono in tal caso solo fungere da puri intermediari finanziari, prestando denaro proprio o dei depositanti ma garantito in modo totale, ossia con una riserva del 100%. In altre parole, il denaro prestato non deve superare il capitale proprio (anche i depositi prestati, infatti, devono essere coperti al 100% da capitale proprio).


Una vera tutela del risparmio richiede quindi una riserva totale come sopra descritta. In tal modo la riserva non è più un fittizio strumento di politica monetaria bensì uno strumento a garanzia di una corretta misura del valore.

Note:

(1) come strumento di politica monetaria espansiva è invece ottimo, al pari del coefficiente di riserva obbligatoria delle banche ordinarie, dato che né la BC né le banche ordinarie hanno limiti nella possibilità di creazione di denaro dal nulla, come spiegato.


L’unico strumento di politica monetaria sia espansivo sia restrittivo è il tasso ufficiale di sconto (dal ’99 chiamato tasso ufficiale di riferimento), determinato dalla BC (la BCE nel nostro caso).

Art. ADUSBEF

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