venerdì 20 gennaio 2012

La "rivoluzione" del popolo siciliano



“Prima svegliarla e poi cambiarla”, questa è l’idea che intende portare avanti il Movimento dei Forconi costituitosi in Sicilia alcuni mesi fa.

Il Movimento dei Forconi è un’associazione di agricoltori, artigiani, allevatori e pastori costituitasi per lottare contro lo status quo e contro il potere costituito. Già negli scorsi mesi era sceso in piazza a più riprese ma, con la quattro giorni di Gennaio, incalza con maggiore veemenza per denunciare le criticità e la disperazione della gente. Il Movimento, che si dichiara libero politicamente e al di fuori di ogni strumentalizzazione, ha pensato in grande decidendo di occupare pacificamente tutti i punti nevralgici della Sicilia.
Dice Mariano Ferro, un agricoltore che da mesi ha abbandonato la sua terra per dedicarsi con tutte le sue energie a quella che chiama la “rivoluzione del popolo siciliano”.

"Vogliamo scrivere una pagina di storia e la scriveremo. Non si può più fare filosofia, in Sicilia c’è disperazione. Non siamo più disposti ad accettare lo stato delle cose e a scendere a compromesso. Siamo contro la politica, le banche, i sindacati e anche contro la Chiesa. Siamo vittime del sistema e non possiamo affiancarci a chi ci ha uccisi. Vogliamo essere liberi e vogliamo poter contare sulle nostre forze. Siamo stanchi del disinteresse da parte delle istituzioni locali e nazionali. Vogliamo portare avanti una vera lotta contadina. La crisi è un treno che ha permesso a tutti i siciliani di prendere coscienza e adesso è giunta l’ora di salirci su".
È finito il tempo delle raccomandazioni e del protezionismo, per decenni abbiamo avuto la mafia, adesso ci ritroviamo anche con lo Stato come nemico numero uno. Le tasse e le iniquità sono ormai più pesanti ed onerose del pizzo. Oggi siamo già in tanti e non solamente agricoltori ma tanti cittadini esasperati. Occorre continuare a svegliare la gente per poi pensare a cambiare le cose. Dentro il Palazzo non fanno nulla e hanno portato la nostra regione ad un reale fallimento, l’unica cosa che ci rimane è la strada, la rivoluzione pacifica.
Spero solo che il movimento attecchisca in tutta Italia. Spero sia una rivolta pacifica,che sia sufficiente la sola vista dei forconi a convincere tutta questa classe politica, corrotta e inefficiente a togliersi da sola di mezzo; altrimenti i loro deretani potrebbero rischiare di essere bucherellati.
Viva il Movimento dei Forconi!

Rifiuti Zero





A dicembre del 2010 ho trattato l'argomento rifiuti.
Lo ripropongo in attesa di vedere la trasmissione "Presadiretta" di Riccardo Iacona che parlerà di come la città di San Francisco ha risolto il problema adottando la ricetta: "Rifiuti Zero".


Paul Connet
«L’inceneritore è una sconfitta, una rinuncia.
E’ come costruire una toilette al posto di un laboratorio scientifico».
Paul Connett, il papà della strategia “Rifiuti Zero”, è un omone alto e sorridente, ma quando gli parli di termovalorizzatori il suo volto si fa terribilmente serio.
Docente di Chimica Ambientale alla Saint Lawrence University nello Stato di New York, a due passi dal Canada, lo scorso 12 gennaio è stato invitato addirittura dall’Onu per illustrare la sua ricetta di sviluppo sostenibile. «E ci tornerò per una seconda conferenza – annuncia -.
In una sua ultima visita a Parma disse: “Siete ad un Bivio. Potete scegliere quale strada prendere, se fare l’interesse economico di pochi o difendere la salute dell’intera comunità. Se essere pecore o leoni”.

La ricetta “Rifiuti Zero” è semplice, pratica ed economica e volendo possiamo prendere come riferimento la città di San Francisco, USA.
San Francisco: i rifiuti vengono smistati solo in tre diversi contenitori
(materiale riciclabile, umido, indiferrenziato “reale”)
La ricetta San Francisco si articola in dieci “passi” e ci sono migliaia di città nel mondo che la stanno già realizzando. Serve più Informazione, Educazione, Organizzazione e una migliore Progettazione Industriale». Quali sono questi dieci passaggi?
«Il primo è la raccolta differenziata e il secondo è la sua evoluzione attraverso il sistema del porta a porta, il trampolino di lancio per arrivare all’obiettivo “Rifiuti zero”.
Il terzo è il recupero del rifiuto organico attraverso il compostaggio e il quarto sono i centri per il riciclaggio.
Quinto, la fase del “Riutilizzo, Riparazione e Decostruzione”. Tanto per fare un esempio, la vecchia borsa del mio notebook può essere trasformata in un’altra nuova di zecca. E questo tipo di attività darebbe risposta anche alla crisi economica, perché permetterebbe di risparmiare e di creare nuovi posti di lavoro.
Il sesto passo, fondamentale, è ridurre la produzione dei rifi uti, ma qui serve la collaborazione delle aziende e della grande distribuzione. Con una tassa di 15 centesimi di euro sulle borse di plastica, in Irlanda hanno ridotto la loro produzione del 92%, ma si possono evitare anche gli imballaggi inutili, per esempio mettendo a disposizione dei clienti dei distributori alla spina per detersivo, vino, latte e shampoo. C’è chi lo fa, ma questo sistema è ancora poco diffuso».
Il settimo è mettere una tassa sui rifiuti indifferenziati prodotti dai cittadini. Bisogna farli pagare quello che buttano. A Villafranca d’Asti, in Piemonte, è stato fatto, e questa frazione è stata ridotta dell’85%.
L’ottavo punto prevede poi la realizzazione di centri di ricerca, ad esempio in sinergia con le università, per la separazione ulteriore dei materiali contenuti nel residuo indifferenziato.
E il nono la progettazione a livello industriale. Far sì che le aziende producano utilizzando materiali riciclabili. Arriviamo così alla fine del ciclo.
Decimo passo. Il materiale che fino ad ora non è stato possibile recuperare, viene stabilizzato in modo biologico, con trattamenti a freddo, come quello per “estrusione”, che lo rende pressoché inerte. Una quantità minima che può essere stoccata». Come ci sbarazzeremo di ciò che resta senza inceneritore? «Con la tecnologia disponibile oggi, su cento chili di rifiuti ne possiamo eliminare 85 e ciò che rimane non è un pericolo per l’ambiente e la salute umana. Può essere tranquillamente stoccato.
Se però seguiremo in modo rigoroso questi dieci passaggi, investendo sulla ricerca e coinvolgendo l’industria, nel 2020 potremo arrivare a recuperare il 100 per cento dell’immondizia senza bruciarne nemmeno un grammo. A San Francisco, che non è una piccola città, sono al 75%. REALE. (tratto da polisquotidiano.it)

lunedì 16 gennaio 2012

Nick "o mericano" e Giggino "a purpetta"





Incontro tra amici

   Come si fa a pensare che ci possa essere qualcosa di losco in un incontro casuale tra l’on Nicola Cosentino detto "Nick o mericano”, il Presidente della Provincia di Napoli Luigi Cesaro meglio conosciuto come “giggino a purpetta” e l’imprenditore Nicola Di Caterino, cugino suo malgrado di due potenti capiclan come i fratelli Giuseppe e Massimo Russo. avvenuto a Roma nei pressi della sede dell’Unicredit.
(Mancavano solo Totò u curtu e zu Binnu)
I giudici della Procura antimafia di Napoli che indagano sul riciclaggio, attraverso attività imprenditoriali, dei capitali appartenenti ai clan camorristici di Casal di Principe. Riciclaggio che, secondo le ipotesi dell’accusa Cosentino avrebbe favorito quando ancora ricopriva l’incarico di sottosegretario all’Economia con delega al Cipe nel governo Berlusconi, facendo pressioni sui funzionari dell’Unicredit affinché sbloccassero la pratica relativa a un prestito di cinque milioni e mezzo di euro in favore dell’imprenditore Nicola Di Caterino.

Guarda cosa deve sentirsi dire un galantuomo solo perché viene fotografato con alcuni conoscenti che non vedeva da tanto e con i quali quel giorno ha scambiato solo quattro chiacchiere.

mercoledì 11 gennaio 2012

La Tanzania e i rimborsi elettorali

Giancarlo Pagliarini   ex leghista ci spiega la truffa dei rimborsi elettorali.




     Alle elezioni 2008 la Lega ha dichiarato di aver speso 3.476.703 per la campagna elettorale.Ha ricevuto come rimborso Circa 38 milioni di euro.
Alle elezioni del 2006 il Carroccio aveva speso 4.882.497 euro (dichiarazioni alla Corte dei Conti), ma il rimborso ha garantito alle casse della Lega Nord circa 2 milioni di euro l’anno, per 5 anni e per ognuna delle due Camere: quasi 22 milioni di euro.
I contributi delle elezioni poi si sommano tra loro, e così nel 2009 la Lega ha incamerato ben 18,5 milioni di euro di rimborsi per spese elettorali. Nel 2010 ancora di più. I revisori dei conti leghisti riportano questo sunto nel bilancio 2010: «Per le elezioni politiche e amministrative regionali è stato introitato un contributo pari a 22.506.486,93 dalla tesoreria della Camera dei deputati e dalla tesoreria del Senato della Repubblica».

      Poi ci si meraviglia che il tesoriere "padano" Belsito non sappia più dove investire tutti questi soldi: un pò a Cipro; un pò nello stoccafisso norvegese e un mucchietto in Tanzania magari nel tentativo di costruire un bel villaggio turistico da quelle parti visto che qualche anno fa in Croazia è andata male.

 

 

sabato 7 gennaio 2012

Ezra Pound e l'usura



Ezra Pound

L'usura di cui parla Ezra Pound è quella delle grandi banche, della grande finanza che hanno costruito sul capitale un potere: il potere finanziario.
Rothschild diceva: "Non mi importa quale sia il colore politico del Governo di un paese se ho la possibilità di battere moneta in quel paese".
Paterson diceva: «La banca trae beneficio dall'interesse su tutta la moneta che crea dal nulla".
Sempre Rothschild a questo proposito affermava:
"Saranno in pochi a capirlo, quelli che lo capiscono saranno intenti a trarne profitto. Il grosso pubblico forse non vedrà mai che è contro il suo interesse".

La creazione di denaro dal nulla è il funzionamento del sistema bancario moderno. Le banche fondano il proprio potere su questo meccanismo di creazione del denaro, che genera debito e, attraverso il debito, genera asservimento di Stati, imprese e cittadini.
Il meccanismo è tale percui, più l'economia cresce, più aumenta il debito e più aumenta l'asservimento della gente.
E' una sorta di Moloch che esige la vita dei propri figli. Allora l'emissione del denaro è lo strumento del potere.
L'usura vive sulle guerre. Le banche prestano soldi allo Stato per indebitarlo e lo Stato per pagare è costretto a fare le guerre e per converso, spingono lo Stato a far le guerre perchè è con le guerre che lo Stato si indebita.
.
».

Contro l'usura

Con usura nessuno ha una solida casa
di pietra squadrata e liscia
per istoriarne la facciata,
con usura
non v'è chiesa con affreschi di paradiso
harpes et luz
e l'Annunciazione dell'Angelo
con le aureole sbalzate,
con usura
nessuno vede dei Gonzaga eredi e concubine
non si dipinge per tenersi arte
in casa ma per vendere e vendere
presto e con profitto, peccato contro natura,
il tuo pane sarà staccio vieto
arido come carta,
senza segala né farina di grano duro,
usura appesantisce il tratto,
falsa i confini, con usura
nessuno trova residenza amena.
Si priva lo scalpellino della pietra,
il tessitore del telaio
con usura
la lana non giunge al mercato
e le pecore non rendono
peggio della peste è l'usura, spunta
l'ago in mano alle fanciulle
e confonde chi fila. Pietro Lombardo
non si fe' con usura
Duccio non si fe' con usura
nè Piero della Francesca o Zuan Bellini
nè fu "La Calunnia" dipinta con usura.
L'Angelico non si fe' con usura, nè Ambrogio de Praedis,
nessuna chiesa di pietra viva firmata : "Adamo me fecit".
Con usura non sorsero
Saint Trophine e Saint Hilaire,
usura arrugginisce il cesello
arrugginisce arte ed artigiano
tarla la tela nel telaio, nessuno
apprende l 'arte d'intessere oro nell'ordito;
l'azzurro s'incancrena con usura; non si ricama
in cremisi, smeraldo non trova il suo Memling
usura soffoca il figlio nel ventre
arresta il giovane amante
cede il letto a vecchi decrepiti,
si frappone tra giovani sposi
contro natura
Ad Eleusi han portato puttane
carogne crapulano
ospiti d'usura.